‘O QUATTO ‘E MAGGIO
Una tradizione che non è passata di moda. E’ morta uccisa nei lager della democrazia.
L’Uomo ha non solo il diritto di serbare un affettuoso ricordo delle tradizioni patrie. Ha soprattutto il dovere di tenerle vive nella memoria – belle o brutte che siano – quali sacre impronte lasciate dal proprio sangue sui muri della Storia.
‘O Quatto ‘e Maggio non era soltanto folklore, festa ammuinata, spunto per poeti e canzonettisti, demo-psicologi e narratori. Era la storia della dinamica di un intero popolo e della sua moneta. ‘O Quatto ‘e Maggio era, sì, l’epopea dello sfratto, e la sua risonanza era quasi mondiale. Famoso come il Due di novembre, il Venticinque di Dicembre o il Sei Gennaio, esso è oggi una data qualsiasi persino per i napoletani. Ma ciò che rende più amara la costatazione della sua fine ingloriosa è la riflessione che ad accusare il colpo della sua perdita non è soltanto il folklore: sono anche e soprattutto l’economia e la solidarietà sociale. ‘O Quatto ‘e Maggio era spesso l’occasione che la Storia (che il famoso raggio di sole non nega a nessuno!…) riservava a chi voleva e sapeva dare per avere… E dava, e aveva, e la napoletanità si rinvigoriva, e si nobilitava, nel rispetto delle regole di un mutuo soccorso culturale e morale che era la sostanza di una Civiltà che era sempre in cammino, non si fermava mai, non cedeva alle lusinghe più idiote che cattive delle lotte di classe, si consolidava come ricerca quotidiana, instancabile, di una convivenza sincera e proficua per tutti…

IN PRIMIS, LE FERIE
Niente cause per 226 giorni all’anno – Nel 1656 fu ridotto il calendario: e Dio mandò la peste.
Come potremmo farcela, la risatella… Vi è mai stato uno storico, a Napoli, il quale si sia preso la briga di andare ben oltre le solite parole di pietà per la gente del ghetto, e ben oltre la passiva presa d’atto dell’imputridirsi galoppante del suo status di bestialità? Il ghetto imputridisce! E allora? Nel ghetto fiorisce la camorra! E allora? Tra il palazzo e il ghetto vi è un muro divisorio che si fa sempre più alto e spesso! E allora?…
Maledetti storici! E che andiamo raccontando ai nostri concittadini: la storia della seconda guerra mondiale a puntate, scritta da uno dei grandi incartapecoriti pennivendoli del regime politico che ha lascito imputridire i ghetti, ha lasciato che vi fiorisse la camorra, ha lasciato che il muro divisorio tra il palazzo e il ghetto si facesse sempre più alto e più spesso, ha lasciato che la solidarietà morisse uccisa a colpi di prefabbricate e preapplaudite chiacchiere?
Dal mese di febbraio agli inizi del mese di settembre 1656, Napoli subì morendo di peste la tragedia più nera della sua nera e tragica storia: le miserabili boutades dei suoi sfaticati paglietti non possono essere liquidate con una risatella…