Per queste « Cose di Napoli », che è un’antologia bimestrale, traggo la linfa da vecchi libri di storia, di folklore e di letteratura, e da opuscoli, giornali e riviste che non sono più in commercio e sono diventati rarità per bibliofili o per bibliomani, e da documenti e manoscritti inediti che mi sono capitati fra le mani per caso, o mi sono stati prestati da amici, o che sono stati gentilmente messi a mia disposizione da collezionisti privati o da pubbliche biblioteche, o da antiquari. Di mio, poche cose: un po’ di presentazione, qualche annotazione, le informazioni bibliografiche essenziali.
Perché queste « Cose di Napoli »? Me ne è venuta l’idea riflettendo sulle difficoltà che l’amore per il nostro passato incontra dappertutto, e specialmente da noi: difficoltà rappresentate non sempre dalla strafottenza (ché, strafottenza per strafottenza, avrei badato ad altro … ), ma dalla scarsa propensione napoletanista che i mezzi di informazione di cui oggi disponiamo dimostrano, e dalla oppressione che la cultura napoletana subisce «per mano» – ahinoi! – finanche degli stessi nostri uomini di cultura, degli stessi nostri intellettuali, i quali snobbano, con una disinvoltura che è spesso l’alibi della loro ignoranza, le cose nostre, che poi sono loro: le « Cose di Napoli ».
Perciò: non una speculazione commerciale, e nemmeno una speculazione personale, ché non ho bisogno di popolarità. Ma solo un’ operazione di recupero che possa giovare a tutti coloro che desiderano passare qualche ora in compagnia dei nostri vecchi fantasmi.
Approfitto di questa breve presentazione per invitare i lettori che intendessero collaborare, o volessero chiarimenti, notizie, ragguagli, o esprimere preferenze, a scrivermi presso « Cose di Napoli », editore Arturo Berisio, via Port’ Alba, 28, 29, Napoli. L’invito vale anche per chi volesse onorare la mia modesta persona di suggerimenti e di critiche opportune, sempre che l’obiettivo sia il miglioramento di questa cosuccia.
Angelo Manna